Nel corso del nostro viaggio nella diagnosi ortodontica, abbiamo più volte sottolineato l’importanza di questa fase per giungere alla terapia adeguata.
Non a caso fra i principali indicatori che ci consentono di riconoscere i dentisti di qualità, troviamo proprio l’accuratezza della prima visita del dentista, fondamentale per l’individuazione dei piani di trattamento migliori.
COME SI FA A RICONOSCERE SE SI È AFFETTI DA MALOCCLUSIONE?
Semplice, basta osservare la propria bocca e i propri denti, tenendoli serrati e osservando le singole arcate.
I segni di una malocclusione sono diversi. Ad esempio, quando i denti superiori non combaciano perfettamente con gli inferiori, oppure quando i denti risultano affollati e malposti o al contrario quando ci sono eccessivi spazi, o ancora se i denti superiori sporgono eccessivamente rispetto agli inferiori o viceversa.
Altri tipi di malocclusione sono il deep bite, ossia un’eccessiva sovrapposizione dei denti superiori rispetto agli inferiori, così come l’open bite, ossia un mancato combaciamento in senso verticale dei denti superiori rispetto agli inferiori, con la formazione di uno spazio in cui la lingua va ad interporsi durante la deglutizione.
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QUANDO PROGRAMMARE LA PRIMA VISITA ORTODONTICA?
La prima valutazione ortodontica dovrebbe essere eseguita dai 4 ai 7 anni, quando un bambino si trova ancora in dentatura decidua.
Un primo incontro precoce con l’ortodontista permette di stabilire un rapporto di serenità e fiducia che sarà fondamentale anche nel futuro.
Lo specialista in ortognatodonzia ha inoltre tutte le competenze necessarie per poter individuare precocemente le eventuali problematiche dentali e funzionali ed intercettarle secondo un corretto timing terapeutico.
L’ortodontista conosce, infatti, qual è il momento migliore per cominciare una determinata terapia al fine di risolvere le diverse problematiche masticatorie, in modo da assicurare al bambino uno smagliante sorriso che lo accompagnerà nel corso della vita.
E SE IL PAZIENTE È ADULTO?
Non è mai troppo tardi per correggere la posizione dei propri denti.
Spesso la malposizione dentale non causa solo imbarazzo da un punto di vista estetico, ma si accompagna anche a dolori dell’articolazione temporo-mandibolare o a un serramento o digrignamento dei denti durante la notte.
Inoltre, denti particolarmente affollati sono anche difficili da detergere data la maggior quantità di placca batterica e di tartaro.
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COME SI FA UNA CORRETTA DIAGNOSI ORTODONTICA?
Oltre alla raccolta dell’anamnesi ed alla visita clinica, lo specialista in ortodonzia eseguirà sul paziente alcuni esami strumentali. Farà delle impronte per sviluppare modelli in gesso dei denti e dell’occlusione, fotograferà il viso e le arcate in varie posizioni e valuterà con attenzione gli esami radiografici del paziente.
Sulla teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale, l’ortodontista esegue un tipo di valutazione, detto studio cefalometrico, che permettere di calcolare i rapporti tra le ossa del distretto cranio-facciale ed i denti, in modo da poter individuare le discrepanze dento-scheletriche tra osso mascellare e mandibola.
Solo dopo aver definito una corretta diagnosi, l’ortodontista potrà quindi impostare il piano di trattamento più adatto e stabilire di conseguenza un adeguato preventivo di spesa.
Contributo della dott.ssa Elisa Russo
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